IL GIARDINO SULLA LAVA
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IL GIARDINO SULLA LAVA ·
Il Parcò Paternò del Toscano durante i lavori di restauro e valorizzazione. © Massimo Siragusa
Il Parco Paternò del Toscano, grazie al contributo del Ministero della Cultura Next Generation EU, è al momento chiuso per lavori di restauro e valorizzazione.
Il progetto prevede il restauro conservativo dei due ettari circa di parco storico dove sono custodite le importanti collezioni botaniche, e la realizzazione di una nuova area dedicata a servizi per le scuole e la comunità.
Il giardino
Immerso tra le rocce laviche, il Parco Paternò del Toscano si estende per circa 3 ettari ed offre un paesaggio unico per armonia estetica e per interesse botanico. Lo stile compositivo è naturalistico.
Il paesaggio si snoda su un’ antica colata lavica, con forti dislivelli che creano un gioco di spazi aperti e angoli nascosti. Alcune piante sono state dichiarate monumentali e l’intero giardino è stato posto sotto tutela dalla Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali della Regione Siciliana. Nel giardino si possono ammirare due aree distinte: la vegetazione tropicale e il bosco mediterraneo.
Vegetazione tropicale
Il parco è ideato per creare rigogliosi ambienti in cui si inseriscono, con estrema naturalezza, piante provenienti da tutto il mondo. Dal Messico a Capo Verde, dalle Canarie all’Australia, passando per l’India e il Brasile, numerose specie esotiche trovano spazio all’interno del giardino. Oltre quaranta varietà di palme straordinarie si alternano
a specie tropicali e subtropicali, ognuna con forma, colore e storia differente.
Tra gli affioramenti lavici crescono agavi, yucche e una miriade di altre piante esotiche che convivono armoniosamente nell’ambiente circostante grazie ad un sistema di terrazzamenti asimmetrici.
Bosco mediterraneo
Un percorso sempre vario di sentieri conduce ad angoli inaspettati, dove si rivelano effetti scenografici sorprendenti con varietà di luci ed ombre. Sulle vecchie colate laviche, ormai ricoperte dai muschi, crescono querce, castagni, celtis, mirti e melograni in mezzo a felci lussureggianti.
Tra i sentieri del bosco ci si può imbattere in stagni ricoperti da ninfee o soffermarsi ad ammirare la natura su panchine rivestite da maioliche di Caltagirone del XVIII Secolo.
Il fondatore
Il parco è stato realizzato da Ettore Paternò del Toscano, appassionato “giardiniere” come egli stesso amava definirsi.
Negli anni ‘60 volle sperimentare la vegetazione sub-tropicale, convinto che il clima della Sicilia potesse accogliere quel genere di piante. Da pioniere, ne iniziò la coltivazione e le inserì armoniosamente nella natura circostante.
Nel corso degli anni il Parco Paternò del Toscano è stato meta di molti visitatori ed è stato ammirato anche da famosi paesaggisti e botanici di tutto il mondo.
Uno per tutti, il famoso architetto brasiliano Burle Marx che rimase incantato dal modo in cui Ettore Paternò aveva posizionato gruppi di Trachicarpus Fortunei su una terrazza, rivisitando il patio islamico, tipico delle costruzioni nel bacino del Mediterraneo.